Approvata la legge per i piccoli Comuni

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Con 205 sì e 2 astenuti Palazzo Madama ha approvato la legge per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni e la riqualificazione delle aree rurali e montane italiane, primi firmatari Ermete Realacci (PD) e Patrizia Terzoni (M5S).

La filosofia di fondo è che i piccoli borghi, che coprono il 57% del territorio nazionale e in cui vivono 10 milioni di cittadini, siano una risorsa per tutto il Paese e non un problema da eliminare. Per questo, tramite l’istituzione di un Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni e la definizione entro sei mesi di un Piano per la riqualificazione dei piccoli comuni, lo Stato intende promuovere una serie di interventi strategici. Gli assi di azione saranno incentrati sul recupero dei centri storici e degli edifici abbandonati, la valorizzazione dei prodotti tipici e del turismo sostenibile, la connettività tramite banda ultra larga anche laddove gli operatori privati non abbiano interesse ad intervenire. Con un’attenzione anche ai servizi, tramite la realizzazione di centri multifunzionali (associando servizi postali, fiscali, dei trasporti e della promozione economica) ed un’attenzione sull’istruzione in ambiti rurali e montani (informatizzazione e digitalizzazione).

La normativa non vuole quindi distribuire risorse a pioggia, ma incanalare le risorse dedicate (15 milioni di euro annui fino al 2023, pari complessivamente a 100 milioni) su alcuni filoni prioritari di intervento, prevedendo esplicitamente la gestione associata come modalità di azione congiunta. Un’importante opportunità anche per l’Emilia-Romagna, che vede 140 Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti.

Il testo della legge qui.